REDDITIVITÀ AZIENDALE

La redditività è una delle grandezze più significative per una realtà imprenditoriale. Infatti, è grazie all’analisi della redditività che è possibile verificare lo stato di salute economica di un’azienda, capendo così quali sono le sue prospettive e come è possibile intervenire.
In questo articolo del glossario iCribis discuteremo proprio di questo importante concetto e capiremo insieme quali sono i principali indici di redditività.

Che cos’è la redditività?
La redditività di un’azienda è la sua capacità di generare ricchezza in un determinato periodo temporale grazie alla sua gestione. La redditività, se continua nel tempo, permette la stabilità dell’azienda come unità produttiva dotata di vitalità economica. Un’impresa redditizia, infatti, è in grado di generare il reddito necessario a coprire i costi sostenuti e a produrre profitti.

La redditività deve essere considerata contestualmente a vari fattori tra i quali la propensione al rischio, il livello di indebitamento dell’impresa, il contesto in cui l’azienda si trova ad operare, la quantità e la qualità del capitale investito, la congiuntura economica generale, il periodo di riferimento e la qualità del reddito.

Il primo aspetto da tenere in considerazione è che il rendimento dovrebbe essere proporzionale al rischio assunto per una determinata iniziativa. In altri termini, maggiore è il rischio assunto, maggiore dovrebbe essere la remunerazione.

Altro elemento a cui fare attenzione è il livello di indebitamento. Infatti, se si ricorre al finanziamento di terzi, la gestione deve essere in grado di restituire il capitale preso in prestito prima di rimunerare quello proprio.

Ovviamente, un ruolo di fondamentale importanza è rappresentato dal contesto in cui l’impresa si trova ad operare. Infatti, una realtà imprenditoriale in fase di sviluppo normalmente tende ad avere una redditività più alta rispetto a quella di business maggiormente consolidati e maturi.

Un ulteriore elemento è l’ammontare del capitale investito. Il reddito, infatti, deve remunerare gli impieghi in modo proporzionale. Più questi sono alti, maggiore dovrà essere il rendimento. Ad esempio 300 euro a fronte di un investimento di 1.000 euro possono essere considerati un risultato buono (rendimento del 30%). Al contrario 300 euro a fronte di un investimento di 100.000 euro (rendimento del 0,3%) chiaramente sono un risultato scarso .

Infine, anche la congiuntura economica può influenzare in maniera significativa la redditività aziendale, in particolar modo in un'ottica di medio e lungo periodo. Ad esempio, i periodi di crisi economica hanno ripercussioni sui trend e sulle dinamiche delle aziende e di conseguenza sulla loro redditività.

Gli indici di redditività
Gli indici di redditività permettono la misurazione della capacità di una realtà imprenditoriale di creare valore e produrre reddito. La funzione degli indici di redditività è quella di fornire indicazioni sintetiche che favoriscono un confronto più agevole tra bilanci di annualità o imprese diverse.

Esistono numerosi indici di redditività, tuttavia in questo articolo ci limiteremo ad analizzare ROI (return on investment), ROE (return on equity) e ROA (return on assets).

L’indice di redditività del capitale investito (ROI)
ll ROI è l’indice che misura la redditività del capitale investito da un’azienda. In altre parole il ROI quantifica quanto il reddito operativo riesca a remunerare in maniera congrua gli investimenti sostenuti dall’impresa.
L’indice di redditività del capitale investito può essere ottenuto dividendo il margine operativo netto (MON) e il totale delle attività:

ROI= margine operativo netto/totale attività

Una volta capita la funzione del ROI, vediamo ora un esempio di calcolo per un’azienda che ha conseguito un margine operativo netto di 7.000 euro e che ha un totale di attività di 10.000 euro. Applicando la formula vista in precedenza, possiamo apprezzare come l’indice di redditività del capitale investito è pari a 7.000 euro/100.000 euro = 7%.
Il ROI può essere meglio interpretato se confrontato con gli indici ROI medi di settore. In ogni caso, maggiore è l’indice e maggiore sarà la capacità di remunerare gli investimenti sostenuti dall’azienda.

L’indice di redditività del capitale proprio (ROE)
Se il ROI quantifica la redditività dell'impresa, il ROE, invece, misura la redditività per i soci. Il return on common equity, infatti, esprime la redditività del capitale proprio ed è il rapporto tra l’utile di esercizio e il Patrimonio netto:

ROE= utile d'esercizio/patrimonio netto

In altri termini, se a fronte di un patrimonio netto di 100.000 euro, un’azienda genera un utile di 12.000 euro, vuol dire che l’indice di redditività del capitale proprio è uguale a 12.000 euro/ 100.000 € = 12%.

Anche in questo caso non si può determinare a priori quale debba essere la remunerazione, poiché molto dipende dal comparto specifico e dalla propensione al rischio dell’imprenditore. In generale, il ROE può essere meglio analizzato se confrontato con i ROE medi di settore.


L’indice di redditività complessiva di un’attività (ROA)
Il return on assets (ROA) è un indice che misura la capacità di una realtà imprenditoriale di generare valore attraverso gli asset interni. La formula per il calcolo del ROA è la seguente:

ROA= utile d'esercizio/totale della ttività

Se un'azienda genera un utile d’esercizio di 19.000 euro a fronte di un totale attivi di 100.000 euro, vuol dire che l’indice di redditività è uguale a 19.000 euro/ 100.000 € = 19%.

Anche in questo caso è sempre consigliato un confronto con i ROA medi di settore. In ogni caso, più il return on assets è maggiore e migliore sarà la capacità del risultato operativo di remunerare gli investimenti.

 

 

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