I FALLIMENTI IN ITALIA, L’ANALISI COMPLETA AGGIORNATA A SETTEMBRE 2017


Secondo l‘ultimo studio “Fallimenti delle aziende in Italia” pubblicato da Cribis D&B da luglio a settembre di quest’anno sono fallite 2.468 imprese, in media circa 27 casi al giorno, aggiornando così il totale di questi primi nove mesi a quota 8.656 aziende. Il dato di questo trimestre evidenzia un calo in doppia cifra rispetto allo stesso periodo del 2016 (-13,8%). I buoni dati del terzo trimestre si inseriscono nel trend positivo che dura dal 2014, “annus horribilis” sul fronte delle chiusure in tribunale con 15.336 casi (2.948 solo tra luglio e settembre). Rispetto al 2014, infatti, i fallimenti sono scesi del 20,6% e del 17,6% rispetto al 2015.

Considerando il fenomeno da un punto di vista territoriale, si conferma per l’ennesima volta la correlazione tra fallimenti e concentrazione imprenditoriale nelle diverse regioni. Circa tre aziende su dieci avevano sede in Lombardia, regione dove 1.827 imprese hanno chiuso i battenti nel 2017 (29,5% del totale nazionale) e che detiene il record di fallimenti dal 2009 a oggi (24.069 casi). Completano le prime posizioni della graduatoria: il Lazio (1.084), la Toscana (671), l’Emilia-Romagna (646), la Sicilia (540), il Piemonte (531), la Puglia (426) e le Marche (244). Lo studio analizza anche l’incidenza del fenomeno nei vari settori merceologici.

Il commercio si conferma il settore più colpito in questi nove mesi con 2.858 imprese. Seguono i servizi con 2.000 casi, l’edilizia con 1.704 casi e l’industria con 1.658 attività che hanno portato i loro libri in tribunale. Sebbene le cifre siano ancora alte, bisogna sottolineare come queste siano in costante diminuzione. In termini percentuali il settore col calo più significativo è l’industria (-16,2%), che passa dai 1.979 casi dell’anno scorso ai 1.658 di quest’anno. In doppia cifra anche l’edilizia (-15,4%) e il commercio (-13,4%). Ottimo risultato anche per i servizi, settore che per la prima volta dopo diversi anni inverte il trend (-8,6%), passando dai 2.013 fallimenti del 2016 ai 2.000 dell’anno corrente.

Insomma il 2017, salvo imprevisti nel quarto trimestre, sembra rispettare le aspettative suscitate nei primi mesi, candidandosi ad essere il terzo anno di fila con meno fallimenti rispetto al precedente. Segnali importanti che testimoniano un tessuto imprenditoriale che gradualmente sta riacquisendo una sana e robusta costituzione, ma che è ancora lontano dai dati fatti registrare prima del 2009, sottolineando ancora una volta come sia fondamentale per le aziende valutare i propri partner commerciali per evitare brutte sorprese.

I FALLIMENTI IN ITALIA, L’ANALISI COMPLETA AGGIORNATA A SETTEMBRE 2017


Secondo l‘ultimo studio “Fallimenti delle aziende in Italia” pubblicato da Cribis D&B da luglio a settembre di quest’anno sono fallite 2.468 imprese, in media circa 27 casi al giorno, aggiornando così il totale di questi primi nove mesi a quota 8.656 aziende. Il dato di questo trimestre evidenzia un calo in doppia cifra rispetto allo stesso periodo del 2016 (-13,8%). I buoni dati del terzo trimestre si inseriscono nel trend positivo che dura dal 2014, “annus horribilis” sul fronte delle chiusure in tribunale con 15.336 casi (2.948 solo tra luglio e settembre). Rispetto al 2014, infatti, i fallimenti sono scesi del 20,6% e del 17,6% rispetto al 2015.

Considerando il fenomeno da un punto di vista territoriale, si conferma per l’ennesima volta la correlazione tra fallimenti e concentrazione imprenditoriale nelle diverse regioni. Circa tre aziende su dieci avevano sede in Lombardia, regione dove 1.827 imprese hanno chiuso i battenti nel 2017 (29,5% del totale nazionale) e che detiene il record di fallimenti dal 2009 a oggi (24.069 casi). Completano le prime posizioni della graduatoria: il Lazio (1.084), la Toscana (671), l’Emilia-Romagna (646), la Sicilia (540), il Piemonte (531), la Puglia (426) e le Marche (244). Lo studio analizza anche l’incidenza del fenomeno nei vari settori merceologici.

Il commercio si conferma il settore più colpito in questi nove mesi con 2.858 imprese. Seguono i servizi con 2.000 casi, l’edilizia con 1.704 casi e l’industria con 1.658 attività che hanno portato i loro libri in tribunale. Sebbene le cifre siano ancora alte, bisogna sottolineare come queste siano in costante diminuzione. In termini percentuali il settore col calo più significativo è l’industria (-16,2%), che passa dai 1.979 casi dell’anno scorso ai 1.658 di quest’anno. In doppia cifra anche l’edilizia (-15,4%) e il commercio (-13,4%). Ottimo risultato anche per i servizi, settore che per la prima volta dopo diversi anni inverte il trend (-8,6%), passando dai 2.013 fallimenti del 2016 ai 2.000 dell’anno corrente.

Insomma il 2017, salvo imprevisti nel quarto trimestre, sembra rispettare le aspettative suscitate nei primi mesi, candidandosi ad essere il terzo anno di fila con meno fallimenti rispetto al precedente. Segnali importanti che testimoniano un tessuto imprenditoriale che gradualmente sta riacquisendo una sana e robusta costituzione, ma che è ancora lontano dai dati fatti registrare prima del 2009, sottolineando ancora una volta come sia fondamentale per le aziende valutare i propri partner commerciali per evitare brutte sorprese.

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