LA DEMOGRAFIA DELLE AZIENDE ITALIANE: LE IMPRESE CESSATE NEL 2019


Molto spesso è un’impresa individuale con sede in Lombardia, impegnata nel commercio e che impiega meno di due dipendenti: queste le caratteristiche tipo dell’impresa italiana che ha cessato la propria attività nel corso dello scorso anno.

ecommerce-italia

La demografia d’impresa in Italia nel 2019 ha visto oltre 297mila imprese cessate (in media circa 815 unità al giorno). Il periodo più duro è stato quello tra gennaio e marzo: nel primo trimestre, infatti, si sono concentrate circa il 42% delle aziende cessate totali (di cui poco meno della metà nel solo mese di gennaio), contro il 21,7% del secondo , il 19,3% del terzo e il 17% del quarto trimestre.
La distribuzione territoriale delle cessate presenta notevoli differenze ed è correlata alla demografia aziendale delle diverse aree geografiche. Un’azienda cessata su due si concentra nel Nord-Italia (il 47,8%), il 30,9% nel Sud-Italia e nelle Isole e il restante 21,3% al Centro. La Lombardia con oltre 52mila unità e un’incidenza del 17,6% sul totale nazionale, si conferma la regione con il più alto numero di attività cessate. Seguono distanziate di qualche punto percentuale il Lazio (10%), la Campania (8,8%), il Piemonte (8,6%), il Veneto (8,1%), l’Emilia-Romagna (7,2%), la Toscana (7%), la Puglia (6,7%) e la Sicilia (6,6%).
La distribuzione provinciale delle cessate ricalca in maniera sostanziale quella regionale. Sono minimi, infatti, i cambiamenti nella la graduatoria con Roma salda in prima posizione con il 7,4% dei casi totali. Completano le prime dieci posizioni le province di Milano (6,7%), Torino (4,7%), Napoli (4,2%), Brescia (2,2%), Bari (2,2%), Varese (2%) , Salerno (2%), Firenze (1,8%) e Bergamo (1,7%).
Tra i motivi più frequenti che hanno portato alla cessazione dell’attività imprenditoriale nel 2019 troviamo: l’interruzione di ogni attività (58,5%), la chiusura della liquidazione (5,4%), lo scioglimento (4,1%), la cessione dell’azienda (2,5%) e il decesso del titolare dell’impresa (1,7%).
Infine la divisione per settore merceologico conferma la debolezza cronica di alcuni comparti. Anche nel 2019 i commercianti sono la categoria più rappresentata: un’azienda cessata su quattro, infatti, appartiene al commercio (il 27,5% del totale, di cui il 16,4% tra i dettaglianti e l’11,1% tra i grossisti). Seguono il comparto delle costruzioni (il 14%, di cui il 10% tra i lavori di costruzione specializzati), il comparto agricolo (7,6%), il manifatturiero (7,2%) e i servizi di alloggio e ristorazione (7%).

LA DEMOGRAFIA DELLE AZIENDE ITALIANE: LE IMPRESE CESSATE NEL 2019


Molto spesso è un’impresa individuale con sede in Lombardia, impegnata nel commercio e che impiega meno di due dipendenti: queste le caratteristiche tipo dell’impresa italiana che ha cessato la propria attività nel corso dello scorso anno.

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La demografia d’impresa in Italia nel 2019 ha visto oltre 297mila imprese cessate (in media circa 815 unità al giorno). Il periodo più duro è stato quello tra gennaio e marzo: nel primo trimestre, infatti, si sono concentrate circa il 42% delle aziende cessate totali (di cui poco meno della metà nel solo mese di gennaio), contro il 21,7% del secondo , il 19,3% del terzo e il 17% del quarto trimestre.
La distribuzione territoriale delle cessate presenta notevoli differenze ed è correlata alla demografia aziendale delle diverse aree geografiche. Un’azienda cessata su due si concentra nel Nord-Italia (il 47,8%), il 30,9% nel Sud-Italia e nelle Isole e il restante 21,3% al Centro. La Lombardia con oltre 52mila unità e un’incidenza del 17,6% sul totale nazionale, si conferma la regione con il più alto numero di attività cessate. Seguono distanziate di qualche punto percentuale il Lazio (10%), la Campania (8,8%), il Piemonte (8,6%), il Veneto (8,1%), l’Emilia-Romagna (7,2%), la Toscana (7%), la Puglia (6,7%) e la Sicilia (6,6%).
La distribuzione provinciale delle cessate ricalca in maniera sostanziale quella regionale. Sono minimi, infatti, i cambiamenti nella la graduatoria con Roma salda in prima posizione con il 7,4% dei casi totali. Completano le prime dieci posizioni le province di Milano (6,7%), Torino (4,7%), Napoli (4,2%), Brescia (2,2%), Bari (2,2%), Varese (2%) , Salerno (2%), Firenze (1,8%) e Bergamo (1,7%).
Tra i motivi più frequenti che hanno portato alla cessazione dell’attività imprenditoriale nel 2019 troviamo: l’interruzione di ogni attività (58,5%), la chiusura della liquidazione (5,4%), lo scioglimento (4,1%), la cessione dell’azienda (2,5%) e il decesso del titolare dell’impresa (1,7%).
Infine la divisione per settore merceologico conferma la debolezza cronica di alcuni comparti. Anche nel 2019 i commercianti sono la categoria più rappresentata: un’azienda cessata su quattro, infatti, appartiene al commercio (il 27,5% del totale, di cui il 16,4% tra i dettaglianti e l’11,1% tra i grossisti). Seguono il comparto delle costruzioni (il 14%, di cui il 10% tra i lavori di costruzione specializzati), il comparto agricolo (7,6%), il manifatturiero (7,2%) e i servizi di alloggio e ristorazione (7%).

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