I NUMERI DELL’ACQUA. UNO SGUARDO AL SETTORE IDRICO IN ITALIA


L’emergenza idrica è ormai un dato acclarato. Lo sbilanciamento tra la scarsa disponibilità in alcuni paesi del mondo e l’eccessivo consumo in altri è purtroppo in costante aumento. Secondo il recente “Osservatorio Valore Acqua” pubblicato da The European House e Ambrosetti, infatti, l'Italia, con un consumo di 160 metri cubi pro capite annui, è il primo paese europeo per consumo di acqua potabile, molto lontano da paesi virtuosi come Francia (90) e Germania (60). Un dato allarmante che fa riflettere in ottica di sostenibilità e di contenimento degli sprechi per il prossimo futuro.

idrico

Per questo motivo, in questo studio mensile, proponiamo un'analisi che si focalizzerà sulle realtà imprenditoriali che rientrano nella divisione 36 della classificazione delle attività economiche ATECO, ovvero le imprese italiane che si occupano della raccolta, il trattamento e la distribuzione di acqua per uso abitativo e industriale.

La distribuzione geografica del settore idrico in Italia
Geograficamente cinque società su dieci si trovano nell’Italia meridionale (50,1%): nello specifico la distribuzione territoriale delle imprese idriche italiane si concentra per il 19,6% nel Sud e per il 30,5% nelle Isole, macroarea dove pesa in particolar modo la Sicilia (27,1%). Seguono notevolmente distanziate il Nord-Ovest (24,7%), il Centro (12,8%) e infine il Nord-Est (12,4%).
A livello regionale dietro alla Sicilia, regione con la più alta densità di imprese idriche in Italia, troviamo Lombardia (11%), Piemonte (9%), Campania (8,8%), Lazio (6,5%), Puglia (6,5%), Emilia-Romagna (4,8%), Liguria (4%), Sardegna (3,4%), Veneto (3,4%), Toscana (3,2%), Trentino-Alto Adige (3%), Calabria (2,3%) Marche (2,1%), Friuli-Venezia Giulia (1,3%) e Abruzzo (1,1%). Chiudono la classifica Umbria (0,8%), Basilicata (0,7%), Valle d’Aosta (0,7%) e Molise (0,3%).

Le caratteristiche del tessuto imprenditoriale
Le maglie del settore idrico italiano sono formate in buona parte da microimprese (40,4%) e medio-piccole realtà imprenditoriali (9,3%). Sette aziende su dieci sono società di capitali (il 73,3% del totale), le imprese individuali l’11,7%, le società di persone l’8,2% e quelle con altre forme il restante 6,8%. In particolare tra le società di capitali è degna di nota la percentuale delle società a responsabilità limitata (il 23,2% del totale), delle società per azioni (15,5%) e delle società consortili di capitali (4,3%).
Sotto il profilo occupazionale il 74,7% delle aziende idriche impiega fino a dieci dipendenti (il 70,2% ne dichiara meno di cinque e il 4,5% ne impiega da cinque a dieci), mentre solo il 10,2% ne impiega più di cento. In generale le imprese del settore hanno una media dipendenti che si aggira intorno alle 156 unità.

Il fatturato d’esercizio delle aziende idriche italiane
Le imprese idriche, di cui è disponibile il fatturato (il 63,9% del totale), si attestano prevalentemente in fasce di fatturato basso e medio: il 12,1% nella fascia 100.000 – 499.999 €, il 5% nella fascia 50.000 – 99.999 €, il 7,9% nella fascia 10.000 – 49.999 € e l’8,6% dichiara addirittura meno di 10.000€. Il restante 30,3% si muove su cifre decisamente più considerevoli: il 4,2%, infatti si attesta nella fascia di fatturato 500.000 – 999.999 €, il 9,6% in quella 1.000.000 – 4.999.999 €, il 2,7% in quella tra 5.000.000 – 9.999.999 €, il 7,9% nella fascia 10.000.000 – 49.999.999 €, il 4,7% in quella 50.000.000 - 249.999.999 € e l’1,2% nella fascia di fatturato superiore ai 250.000.000 €.
Nella “top ten” delle società del settore idrico con il fatturato di esercizio più alto troviamo:

1. Hera Spa
2. Acea Ato 2 Gruppo Acea Spa
3. Ireti Spa
4. Società metropolitana acque Torino Spa
5. Cap holding Spa
6. Abbanoa Spa
7. AcegasApsAmga Spa
8. Publiacqua Spa
9. MM Spa
10. Gori Spa

 

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