LA MANIFATTURA DEL SUGHERO IN SARDEGNA


Per decenni l’economia Sarda si è basata in maniera decisa sull’estrazione mineraria (Furtei), il petrolchimico (Porto Torres e Sarroch) e il metallurgico (Portovesme). Per decenni si è scelto di puntare su produzioni non sostenibili che, una volta esaurito il loro ciclo vitale, hanno lasciato in eredità disoccupazione, inquinamento ambientale e un urgente necessità di bonifica. Si è preferito puntare sul greggio, il PVC e l’alluminio, ignorando completamente un materiale ecologico che rappresenta uno dei tesori dell’isola: il sughero. 

Con circa 12 mila tonnellate estratte annualmente (80% del totale estratto in Italia) e con oltre la metà delle aziende presenti sul territorio nazionale (52,9%), la Sardegna è la prima regione italiana sia per quanto riguarda la produzione, sia per quanto riguarda le manifatture che lavorano e trasformano il sughero.

Le aziende per la lavorazione e la trasformazione del sughero si trovano prevalentemente nella parte Nord dell’isola, con l’84,3% che si trova tra le ex province di Olbia-Tempio (78%) e Sassari (6,3%). In particolare, in queste zone è di fondamentale importanza il distretto industriale di Tempio Pausania-Calangianus dove si concentrano circa il 58,3% delle aziende del settore presenti sull’isola.

Il tessuto imprenditoriale si caratterizza per la forte presenza di micro imprese. L’89% delle aziende, infatti, impiega meno di dieci dipendenti ed ha un fatturato annuo che non supera il milione di euro (83,7%). Dal punto di vista societario la forma legale scelta dal 40,9% delle aziende è l’impresa individuale, quella del 37,8% è la società di capitali, mentre il restante 21,3% ha optato per una società di persone.

A fronte di un fatturato stimato che si aggira intorno ai 150 milioni di euro le aziende, di cui si conosce il fatturato (circa il 81,1% del totale), si attestano per il 68% nella fascia 100.000 - 499.999 €, per l’12,6% nella fascia 500.000 - 999.999 €, per il 2,9% nella fascia 50.000 - 99.999 € e solo il 3,9% dichiara un fatturato superiore ai 5 milioni di euro. Quest’ultime, le aziende più grandi, si concentrano tutte nella Gallura tra Tempio Pausania (75%) e “la capitale del sughero” Calangianus (25%).

LA MANIFATTURA DEL SUGHERO IN SARDEGNA


Per decenni l’economia Sarda si è basata in maniera decisa sull’estrazione mineraria (Furtei), il petrolchimico (Porto Torres e Sarroch) e il metallurgico (Portovesme). Per decenni si è scelto di puntare su produzioni non sostenibili che, una volta esaurito il loro ciclo vitale, hanno lasciato in eredità disoccupazione, inquinamento ambientale e un urgente necessità di bonifica. Si è preferito puntare sul greggio, il PVC e l’alluminio, ignorando completamente un materiale ecologico che rappresenta uno dei tesori dell’isola: il sughero. 

Con circa 12 mila tonnellate estratte annualmente (80% del totale estratto in Italia) e con oltre la metà delle aziende presenti sul territorio nazionale (52,9%), la Sardegna è la prima regione italiana sia per quanto riguarda la produzione, sia per quanto riguarda le manifatture che lavorano e trasformano il sughero.

Le aziende per la lavorazione e la trasformazione del sughero si trovano prevalentemente nella parte Nord dell’isola, con l’84,3% che si trova tra le ex province di Olbia-Tempio (78%) e Sassari (6,3%). In particolare, in queste zone è di fondamentale importanza il distretto industriale di Tempio Pausania-Calangianus dove si concentrano circa il 58,3% delle aziende del settore presenti sull’isola.

Il tessuto imprenditoriale si caratterizza per la forte presenza di micro imprese. L’89% delle aziende, infatti, impiega meno di dieci dipendenti ed ha un fatturato annuo che non supera il milione di euro (83,7%). Dal punto di vista societario la forma legale scelta dal 40,9% delle aziende è l’impresa individuale, quella del 37,8% è la società di capitali, mentre il restante 21,3% ha optato per una società di persone.

A fronte di un fatturato stimato che si aggira intorno ai 150 milioni di euro le aziende, di cui si conosce il fatturato (circa il 81,1% del totale), si attestano per il 68% nella fascia 100.000 - 499.999 €, per l’12,6% nella fascia 500.000 - 999.999 €, per il 2,9% nella fascia 50.000 - 99.999 € e solo il 3,9% dichiara un fatturato superiore ai 5 milioni di euro. Quest’ultime, le aziende più grandi, si concentrano tutte nella Gallura tra Tempio Pausania (75%) e “la capitale del sughero” Calangianus (25%).

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